INCONTRO DEL 27 GIUGNO: LA RIORGANIZZAZIONE DEL MIT DOVE STA?

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Nell’incontro di ieri, 27 giugno, questa rappresentanza sindacale ha messo a verbale la seguente dichiarazione:

“così come esposto durante il precedente incontro del 6 giugno scorso, a causa dell’emorragia di personale della periferia del settore trasporti terrestri ma anche nei Provveditorati e nel settore marittimo  si sono determinate situazioni di gravi  danni all’attività lavorativa. I lavoratori si trovano a fare il lavoro di tre persone. La situazione risulta in via di ulteriore peggioramento a causa della futura uscita di altro personale  in via di pensionamento e per la quota 100.

Questa O.S. da sempre schierata dalla parte dei lavoratori, abbandona il tavolo in segno di protesta fin quando non si avranno garanzie sul reintegro del personale per i servizi operativi ridotti in stato di agonia.

Si pensa di aiutare i lavoratori cambiando il metodo di valutazione dell’OIV perfezionando l’accanimento su chi fa il proprio dovere.

Noi siamo contrari ad ogni forma di protesta violenta, vedi i gilet gialli in Francia, ma chi governa non deve approfittare di questo senso di attaccamento e responsabilità nei confronti del proprio datore di lavoro: non si deve esasperare chi è già esasperato.

Non possiamo accettare che “il MEF ha chiuso i rubinetti”, non possiamo accettare di dismettere centri operativi che vengono chiusi per mancanza di personale dove il personale rimanente viene costretto ad accorparsi a sedi sicuramente non agevoli per i lavoratori, non possiamo inoltre continuare ad accettare i criteri, peraltro assenti di trasparenza, con i quali vengono assegnati gli incarichi.

Dimostrateci che siete veramente il Governo del cambiamento, noi non chiediamo di meglio”.

Il Coordinatore Nazionale
Agostino Crocchiolo

INCONTRO CON IL SIG. MINISTRO TONINELLI DEL 6 GIUGNO SUL PROGETTO DI RIFORMA DEL MIT

Quando ci si avventura a riformare un Ministero il minimo che ci si aspetta è quello, oltre aver sentito il parere dei sindacati, di aver ben sentito coloro che a prescindere dai colori governativi hanno gestito il dicastero e conoscono molto bene le poche gioie e i tanti dolori. Non ci sembra affatto che ciò sia accaduto, anzi ne siamo quasi certi.

Le piante organiche ferme da vent’anni, l’emorragia di personale con conseguenti danni all’attività lavorativa, in particolar modo ai lavoratori che spesso si trovano a fare il lavoro di tre persone, aggravato ulteriormente dalla futura uscita con la quota 100.

Si parla di alte strategie e tattiche ma quando abbiamo chiesto il necessario reintegro del personale ci è stato risposto che il MEF dice picche.

Vi terremo informati sulle, speriamo, evoluzioni della situazione più o meno tra quindici giorni.